Too Cool for Internet Explorer

giovedì 21 febbraio 2008

ARRIVANO I NOSTRI /1

Oggi voglio raccontarvi una storia che mi raccontava sempre mio zio. Quando era alle elementari mio zio aveva un'amico di nome Gianluigi. Erano anni spensierati ovviamente; non c'erano responsabilità e doveri, ma solo la voglia di divertirsi e passare giornate amusanti (francesismo). Per mio zio e i suoi amici non c'erano particolari problemi a raggiungere un livello di allegria tale da non destare preoccupazione in genitori e pediatri, ma per Giangi, così lo chiamavano tutti, non era così, e ora vi racconterò perché.
La grande passione di Giangi era la bicicletta. Chi di voi, proprio come me, non ha passato parte dell'infanzia a scorrazzare felice con quel mezzo di scarsa qualità tecnologica, ma dall'incommensurabile valore emozionale?? Anche Giangi amava quel mezzo con tutto il cuore, ma c'erano dei "piccoli" problemi che gli impedivano di goderselo appieno: a 9 anni era già miope e ipermetrope (allo stesso tempo a quanto sembra) più di sua nonna e suo nonno messi insieme, distingueva a fatica il rosso dal verde e confondeva il giallo con il blu che a sua volta gli ricordava l'indaco, aveva i piedi storti in dentro che dai pedali spesso gli andavano a finire nella catena, era convinto non si sa per quale assurdo motivo che in Italia si tiene la sinistra come in Inghilterra e in Giappone, e per finire aveva un tic che gli storceva la testa portandogli gli occhi fuori strada.
La logica voleva che uno
così, per non rischiare quotidianamente la vita, la bicicletta la lasciasse in garage. Invece no, la passione e l'amore per quelle due ruote per Giangi era tutto, e mai e poi mai ha rinunciato alle uscite in sella. Racconto questa storia per due motivi: primo perché Giangi se n'è andato pochi giorni fa, a 83 anni, dopo 143 fratture scomposte, 28 lussazioni, 53 investimenti, 21 cadute in precipizi sparsi per l'Italia, 711 costatazioni amichevoli e 345000 euro percepiti in premi di assicurazione; se n'è andato per un raffreddore mal curato, probabilmente preso in una delle sue uscite domenicali in bicicletta in un week end di inizio anno. Secondo, per portare il suo caso come esempio: quest'uomo non ha mai rinunciato a fare ciò che più amava, nonostante tutti i problemi e i danni che ciò gli arrecava; quest'uomo ha messo al primo posto la passione e l'amore per le piccole cose, per ciò che per lui era la cosa più importante. La prima persona che farà parte della futura squadra di governo perciò, sarà una persona che si comporta ogni giorno proprio come Giangi, mettendo al primo posto la passione per ciò che ama davvero: insegnare, far ridere, emozionare....scrivendo. Dichiaro ufficialmente che Stefano Benni lavorerà con noi.
MOMOTTA

p.s. questo post è un piccolo omaggio al Lupo, ci riserviamo la facoltà di non essere citati in giudizio.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Una storia che può essere considerata una vera lezione di vita. Seguire le proprie passioni nonostante le avversità dimostra quanto un uomo possa essere determinato e forte. Certo a volte si può ricadere nella testardaggine, ma in fondo l'uomo è passionale e il giusto e sbagliato sono solo una questione di punti di vista. Dunque: onore a chi persegue le passioni avute fin dalla nascita, ma anche a chi ne trova di nuove.

Un saluto
Pacca