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lunedì 30 novembre 2009

Scusate cari

Da pochi giorni se ne sono andati i nostri colleghi dell'Elio Group e la mia amatissima metà. Sono stati giorni intensi e ricchi di soddisfazioni; su tutte io mi sento di citare il momento di inestimabile e grottesca comicità regalataci dal genio Paccaloni durante un approccio con una ragazza:"Ah...sei italiana?" "Beh, si....sono di L'Aquila" "Ah, di l'Aquila!....FELICE CHE SEI ANCORA VIVA!"
Grande Pacca. Numero uno...
Ci sono tante cose da raccontare che non mi va di cominciare per niente. Scusatemi ma in questi giorni ci sono in visita due caballeros italiani speciali, e non ho molto tempo per scrivere, visto che quando non sono in giro con loro lavoro alacremente con lorè per questa cazzo di tesi, che se facciamo una cosa che va bene a Cerdà poi non va bene a Monda e viceversa.
Comunque grazie a tutti per la visita, e....tanto sono cose che con tutti ci siamo detti di persona. Per il resto un abbraccio a tutti e ci sentiamo presto.
Baci

sabato 14 novembre 2009

Cabanyalcabanyalcabanyal



Che dite, procede?? Presenteremo il concept in anteprima a tre ing. arch. che stanno arrivando. per qualche giorno ci avvaloreremo della qualificata consulenza di un associato al vvbw, e di due fervide menti dei nostri collaboratori e amici dell'elio.....il cabanyal diventerà un posto molto figo!


lunedì 9 novembre 2009

Io spacco la legna...

Questa notte, mentre dormivamo placidamente nei nostri letti, cullati dal rumore del vento che accarezzava la città di Valencia, qualche grandissima testa di cazzo approfittava dell'oscurità e del meritato riposo di chi lavora sul serio per fregare impunemente i nostri due bolidi. Vi risparmio la tristezza che ci ha colto nell'arrivare stamane sul luogo del fattaccio: le nostre due ruote non c'erano più, e non c'era traccia neanche dei catenacci che ci illudevano di proteggerle. Proteggere sta minchia, altroché.
La tristezza per l'irreparabile perdita è piuttosto velocemente mutata in rabbia; ora come ora ci sentiamo un pò come il vecchio Adriano nel bisbetico domato, nella sequenza cult in cui spacca la legna. Ok, lui la spacca per un altro motivo, però la necessità di sfogare una pulsione animale, anche se di diversa natura ed origine, attualmente ce l'abbiamo pure noi...



venerdì 6 novembre 2009

La cucaracha


Come premessa al post vorrei scusarmi con il nostro pubblico per la nostra prolungata assenza dal blog e per la saltuaria presenza nei vari social network. Il motivo è duplice e semplice: abbiamo iniziato a lavorare un pò più seriamente alla tesi e soprattutto abbiamo ricevuto visite (Rossella e mia cugina Lara con il suo boyfrend Lorenzo - grazie per averci fatto riassaporare l'Italia e tutto ciò che abbiamo momentaneamente lasciato nel nostro bel paese!!).
So che è in corso una disputa riguardo all'ostello da prenotare, spero di essere presto reperibile in contemporanea con tutti voi; le mie preferenze restano quelle che vi avevo indicato nella mail: fregatevene di prenotare vicino a casa nostra e prendete l'ostello in centro, è molto meglio dal punto di vista logistico-turistico-cervezistico. Poi...fate voi, per noi l'importante è che sbarcate in terra spagnola con animo guerriero, il resto verrà da sé.
Ok, terminata la premessa, parliamo del tema di oggi. Qualche giorno fa, mentre Enzo era all'aeroporto a prendere Rossella, sono sceso alla città della scienza per osservare con occhio un pò più critico le varie amenità che Calatrava ha prodotto lungo il Turia. Dico subito che il parco lungo la zona in questione è muy guapo, molto bello, però gli edifici del buon vecchio Santiago non mi sconquiferrano granché. Ovvio che nella mia carriera non produrrò mai niente di lontanamente paragonabile, però mi riservo il diritto di affermare a beneficio dei miei 6-7 lettori che i ciaffi bianchi che disegna lui non mi danno troppa soddisfazione. Sembrano dire: "guardacomestoinpiedicoglione èinutilecheciprovidasolotantononcelafaraimai" e nulla più.
Mi sono concentrato in particolare sul palazzo delle arti, il reina sofia, quello che tra i tanti mi convince di più.

Nonostante ci abbia girato intorno per parecchio tempo non sono riuscito a inquadrarlo in maniera completa. Non lo so, sarà stata la rivelazione che a edificio ultimato il caro vecchio Santiago ha dovuto mettere una fiecca (concedetemi la licenza poetica) per tenere su la copertura... ma non riuscivo a trovare sensazioni positive fino in fondo. La fiecca per la cronaca è questa che si vede in primissimo piano nella fotografia.
Ad aumentare la mia confusione ci si è messo quel dannato ipod che mi porto appresso nelle mie peregrinazioni (a proposito, devo fare al più presto un post su questo argomento). L'opzione "selezione casuale" non regala il massimo della continuità nell'ascolto dei brani, per cui mentre giravo in lungo e in largo intorno all'edificio avrò ascoltato più o meno 7-8 genere differenti di musica. Da De André ai Kaiser Chiefs, dagli Afterhours a Norah Jones, da Ben Harper ai Bluvertigo e non mi ricordo cos'altro. Il fatto che mi ha molto colpito è che nessuno dei generi, dei ritmi, dei testi che ascoltavo mi sembrava appropriato o quantomeno in sintonia tra ciò che i miei occhi vedevano in quei minuti. Non c'era empatia, per niente. Ed è strano perché questo giochino si potrebbe fare con molti edifici che ci piacciono, provateci, ottenendo buoni risultati secondo me.
La cosa però non è finita lì, perché tornato a casa mi sono spremuto le meningi fino ad ottenere una risposta alla domanda che da qualche ora mi tormentava: quale canzone, quale melodia, quale testo si adatta alla visione di quell'architettura di Calatrava?? La versione sinfonica del pezzo in questione forse potrebbe spiazzarvi, però secondo me calza a pennello. Poi quando tra un paio di settimane sarete qui mi direte in prima persona...Enjoy:

P.S. La cucaracha = lo scarafaggio, il bacarozzo.
A presto chicos.