Abbiamo concluso la nostra prima settimana in terra valenciana, e nonostante qualche problema burocratico di troppo direi che il bilancio è positivo.
Abbiamo ormai una certa familiarità con la nostra nuova abitazione, neanche il transito di signorine in abiti succinti fuori dall'orario lavorativo ci turba più di tanto. Con il passare dei giorni ci stiamo adeguando anche agli orari spagnoli relativi alle cose di tutti i giorni; in linea di massima diciamo che tutto è spostato più avanti di circa un'ora: si pranza intorno alle 14, si cena alle 22 si esce e si rientra un pò più tardi. Enzo in particolare ha fatto sua fin dal primo giorno l'abitutidine spagnola più da matusa: la siesta. Se non fosse per il sole che scotta come se fosse agosto e che batte costantemente sul nostro ambiente di lavoro casalingo, le condizioni per lavorare sarebbero ideali. Comunque, vi allego una foto in cui potete apprezzare la nostra zonagiorno-zonadilavoro-zonanotte, immortalata mentre enzo schiaccia il pisolino pomediriano di cui sopra:
Stiamo girando la città in lungo e in largo a tutte le ore della giornata: la nostra meta preferita è ovviamente il Cabanyal (la zona della tesi), unitamente ai quartieri in cui la vita notturna è mui caliente. Le nostre passeggiate kilometriche, oltre a bruciare le cervezas che ingolliamo, ci sono servite a capire che in 3 mesi non riusciremo a sperimentare neanche la metà dei locali presenti. Canovas, Carmen, la zona universitaria, tutti quartieri con vie piene zeppe di discopub, ristoranti, cervezerie, discoteche e robe de sto tipo.
In questi giorni siamo nel mezzo di un mega ponte, per via di una specie di festa nazionale (ieri sera hanno fatto dei fuochi d'artificio assurdi sui giardini del Turia: un'ora consecutiva de spari de tutti i tipi con particolare predilezione per le scariche che ho ribattezzato sparetefortequantoveparechetantonoantriavalenciasparimopiùforte, durante le quali sti tipi sparavano 15 fuochi d'artificio diversi annessi a fuochini più piccoli decisamente coreografici e a 5 batterie tra le più rumorose che abbia mai sentito. Eravamo vicini al punto in cui sta roba esplodeva, ma durante i momenti di spannung le onde sonore in pratica mi spostavano i capelli - e neanche ce n'ho tanti, quindi la cosa vi dà idea dei decibel che raggiungeva sta casciara).
Raccontare tutto mi porterebbe a scrivere un post lungo come il precedente e Frank ha espressamente richiesto racconti più brevi :D
Concludo con un paio di considerazioni sul quartiere di tesi e una foto emblematica: il Cabanyal è un barrio maritimo (come dicono qua), era l'antico villaggio dei pescatori e anche se ora è inglobato nella città presenta un tessuto urbano e una serie di tipologie archiettoniche uniche. Se fosse conservato in maniera decente sarebbe uno sballo, invece la situazione è radicalmente opposta. Il comune ne vuole spianare metà per arrivare al mare con una mega avenida, cosa che ovviamente non va giù agli abitanti del quartiere e ad ogni essere umano dotato di buon senso. Per farlo sta cercando di cacciare la gente, comprando le singole abitazioni, e per ottenere il proprio scopo non esita a usare metodi biechi: non raccoglie la spazzatura in alcune zone, favorisce l'occupazione delle case abbandonate da parte di gruppi cospicui di jitanos (eh si, il nostro caro Cabanyal è il centro dello spaccio valenciano), demolisce alla prima occasione edifici strategici del barrio. Eccoci quindi a studiare una soluzione alternativa alla riqualificazione del quartiere proposta dal comune, magari evitando di spianare 1500 viviendas dichiarate una decina di anni fa bene di interesse culturale. Per ora il nostro sentimento è riassunto in un murales in cui ci siamo imbattuti durante la nostra prima visita al quartiere (probabilmente non riuscirete a leggere le frasi ma i concetti vi arriveranno chiari lo stesso):
Spero di essere stato sufficientemente esauriente e succinto. Vi terremo informati sugli sviluppi della nostra simpatica tesi, sulle nostre attività turistiche et cetera et cetera. Domani notte finalmente al mercato clandestino nel parcheggio del Mestalla ci muniremo di una fiammante bicicletta;poi girare sarà finalmente più facile e veloce (almeno fino a quando non ce la rubano e la riportano al Mestalla).
Hastalogo cabron, y hasta la vista :D
Abbiamo ormai una certa familiarità con la nostra nuova abitazione, neanche il transito di signorine in abiti succinti fuori dall'orario lavorativo ci turba più di tanto. Con il passare dei giorni ci stiamo adeguando anche agli orari spagnoli relativi alle cose di tutti i giorni; in linea di massima diciamo che tutto è spostato più avanti di circa un'ora: si pranza intorno alle 14, si cena alle 22 si esce e si rientra un pò più tardi. Enzo in particolare ha fatto sua fin dal primo giorno l'abitutidine spagnola più da matusa: la siesta. Se non fosse per il sole che scotta come se fosse agosto e che batte costantemente sul nostro ambiente di lavoro casalingo, le condizioni per lavorare sarebbero ideali. Comunque, vi allego una foto in cui potete apprezzare la nostra zonagiorno-zonadilavoro-zonanotte, immortalata mentre enzo schiaccia il pisolino pomediriano di cui sopra:
In questi giorni siamo nel mezzo di un mega ponte, per via di una specie di festa nazionale (ieri sera hanno fatto dei fuochi d'artificio assurdi sui giardini del Turia: un'ora consecutiva de spari de tutti i tipi con particolare predilezione per le scariche che ho ribattezzato sparetefortequantoveparechetantonoantriavalenciasparimopiùforte, durante le quali sti tipi sparavano 15 fuochi d'artificio diversi annessi a fuochini più piccoli decisamente coreografici e a 5 batterie tra le più rumorose che abbia mai sentito. Eravamo vicini al punto in cui sta roba esplodeva, ma durante i momenti di spannung le onde sonore in pratica mi spostavano i capelli - e neanche ce n'ho tanti, quindi la cosa vi dà idea dei decibel che raggiungeva sta casciara).
Raccontare tutto mi porterebbe a scrivere un post lungo come il precedente e Frank ha espressamente richiesto racconti più brevi :D
Concludo con un paio di considerazioni sul quartiere di tesi e una foto emblematica: il Cabanyal è un barrio maritimo (come dicono qua), era l'antico villaggio dei pescatori e anche se ora è inglobato nella città presenta un tessuto urbano e una serie di tipologie archiettoniche uniche. Se fosse conservato in maniera decente sarebbe uno sballo, invece la situazione è radicalmente opposta. Il comune ne vuole spianare metà per arrivare al mare con una mega avenida, cosa che ovviamente non va giù agli abitanti del quartiere e ad ogni essere umano dotato di buon senso. Per farlo sta cercando di cacciare la gente, comprando le singole abitazioni, e per ottenere il proprio scopo non esita a usare metodi biechi: non raccoglie la spazzatura in alcune zone, favorisce l'occupazione delle case abbandonate da parte di gruppi cospicui di jitanos (eh si, il nostro caro Cabanyal è il centro dello spaccio valenciano), demolisce alla prima occasione edifici strategici del barrio. Eccoci quindi a studiare una soluzione alternativa alla riqualificazione del quartiere proposta dal comune, magari evitando di spianare 1500 viviendas dichiarate una decina di anni fa bene di interesse culturale. Per ora il nostro sentimento è riassunto in un murales in cui ci siamo imbattuti durante la nostra prima visita al quartiere (probabilmente non riuscirete a leggere le frasi ma i concetti vi arriveranno chiari lo stesso):
Hastalogo cabron, y hasta la vista :D







5 commenti:
Post come sempre avvincente, trasudante vita vissuta da ogni singolo carattere...che dire...beati voi!!!
Ps:non potete capire la desolazione il venerdì pomeriggio all'università!
spianare è triste e doloroso cari miei! Ma a volte è l'unica soluzione! Specialmente quando non hai fatto CER ma EA e ti resta più facile ripartire dal nulla! Quindi sbrigatevi prima che arrivi l'UNESCO! Quelli dichiarano patrimonio dell'umanità qualunque cosa, pensa che ieri c'èra uno qui fuori casa che guardava la cassetta delle poste e stava compilando un modulo per farla diventare patrimonio dell'umanità!...a momenti non mi faceva prendere nemmeno le lettere...."è dell'umanità.....è dell'umanità" diceva...."ma che stai a di, non vedi che c'è il nome mio!...poi se n'è annato.
A parte le battute, sono contento che state bene, felici nella vostra zona letto-soggiorno-cucina-cesso (mi ricorda quella che divise fantozzi con calvoni) Sembra abbastanza largo, ok... dovremmo starci comodi in 7-9 circa che dite??? ahah
ciao
Elvio
E bella ragà, mi allineo al buon Fabrizio e dico: "beati voi". Proprio in questo memento si sta abbattendo su Appignano una bufera di vento e pioggia quindi mi trovo a pensare 2 cose: primo, quel bel sole spagnolo che palesi nel tuo post, unitamente a birre ecc. e secondo è il preannunciarsi dell' autunno italiano ormai imminente che non mi mette per niente di buon umore. Cmq forza ragazzi e a presto. il tempo vola, godetevelo.
sto quartierino marinaro sembra proprio carino. è pane per i vostri denti.. sicuramente farete un bel progettone! e visto che l'attività di narco traffico è già ben avviata mi permetto di suggerirvi qualche idea di progetto: coffee-shop, smart-shop, drogherie, centro smistamento etc etc.
lorè non s'è mai lasciato scappà un'occasione in vita sua per fa na pennichella! non a caso un tempo lo chiamavamo "u vecchiu". me posso immaginà quanto ha preso sul serio l'usanza della siesta! non è che ce sta a marcià?!
a te invece matù te sento parecchio in forma.. i tuoi post parlano chiaro. m'è piaciuta anche la citazione a stieg (ingollare).
ciao ragazzi a presto
Ce lo sai matù....la mania Larsson sta contagiando tutti a quanto pare, io ho finito il secondo pochi giorni fa e fremo in attesa del terzo che leggerò nel 2010 oramai.
Intanto mi sono dato alle letture in spagnolo: sin noticias de Gurb è il mio primo libro acquistato a Valencia :D
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