Dopo tante chiacchiere è il giorno della partenza. Arrivo in stazione con un po’ di anticipo, e tanto per non farmi mancare niente decido che 10 euro di sovrapprezzo non sono un buon motivo per non preferire un euro star ad un regionale. Salgo in treno e vengo piacevolmente colpito dalla comodità della postazione, che include anche una presa di corrente per i fanatici di una qualsivoglia diavoleria elettronica.Miei compagni di viaggio fino a Bologna sono un giallo di Stieg Larsson, una bottiglietta d’acqua naturale, e un ipod che seleziona brani casuali perfettamente attinenti al mio stato d’animo.
Il viaggio tuttavia è piacevole, mentre osservo il movimento sinuoso dei cavi della corrente fuori dal finestrino eleggo definitivamente il treno a mio mezzo di locomozione preferito. Arrivo a Bologna con largo anticipo e trascino i chili delle mie due valigie fino alla stazione degli autobus; mi siedo in una panchina, e carico di pregiudizi verso i brutti ceffi che bazzicano la zona mi guardo le spalle come se da un momento all’altro dovessi essere rapinato. Ad ogni arrivo o partenza di un autobus la terra sotto di me trema sensibilmente. Una giovane in attesa dell’autobus per Imola si siede vicino a me; mastica una gomma in maniera plateale, quasi volesse rendere partecipi tutti i presenti del fatto che lei ha un chewingum in bocca e gli altri no. Poco male, l’autobus arriva in stazione poco dopo, e io mi metto in fila con gli altri per poter salire a bordo. Una volta in carrozza faccio amicizia con altre tre persone sedute accanto a me: Geneviève, infermiera di Marsiglia di origini italiane che torna a casa dopo una visita ai parenti; Simone (questo è per te Fabrì), trentacinquenne jesino che dopo 6 anni di Dublino vive da 5 a Montpellier, e Remy, studente Marsigliese con un passato da erasmus in quel di Macerata. Alla prima sosta in autogrill decidiamo di innaffiare la nostra neonata amicizia con un caffè, quando mi accorgo delle difficoltà ortografiche della persona che ha programmato il display.
Alle 6 e mezza di mattina, dopo una discreta dormita e un principio di scoliosi, arrivo a Marsiglia, dove vengo prontamente accolto dalla fidata rappresentantissima e amicissima Silvia. Saluto al volo i miei compagni di viaggio, non prima di aver strappato a Simone la promessa che il prossimo pranzo con i parenti jesini lo viene a fare alle Logge(anche in vacanza penso agli affari…); parto con Silvia e ci facciamo un paio di km a piedi fino a casa sua con 30 chili di roba in spalla, per poi arrivare a casa e sprofondare a letto per una penneca meritatissima.
Appena svegli, intorno a mezzogiorno, usciamo di casa per un primo giro turistico in città. Marsiglia, perlomeno nella sua parte storica, è una città incredibilmente simile ad Ancona. E’ una città di mare, anche se il mare non lo vedi quasi mai, è piena di colline e saliscendi, ed è piegata in un golfo in modo che, proprio come ad Ancona, il sole se ne va a tramontare sul mare. Più giro per le stradine, le scale e le salite che collegano le varie quote, e più realizzo che il paragone regge. Giro tutta la mattina tra quartieri storici e porto antico, fino a pranzare in un ricercatissimo (!) ristorante che sforna cuscus come se piovesse a cifre davvero irrisorie. Dopo pranzo rotta su quello che è l’orgoglio di tutti i marsigliesi: Notre dame de la Garde, santuario piazzato in cima a una collina di 140 m di altitudine che domina la città dall’alto. Grande vista sulla città a 360° dall’esterno (compresa la cité radiouse di Le Corbusier, anche se non riesco a individuare l’unité d’abitation), e grande vista all’interno della chiesa, luminosa e ricca di dettagli e decorazioni, veramente ma veramente bella.
Scendiamo nuovamente in città fino ad arrivare per l’aperitivino nel quartiere degli artisti. Qui veniamo avvicinati da un clochard che ci chiede una sigaretta, prontamente offerta dai miei compagni di bighellonaggio. Il tipo attacca anche discorso, e dopo un breve scambio di convenevoli ritiene che il rapporto sia già sufficientemente intimo da raccontarci i cazzi suoi: su tutti la perla secondo cui poco fa sia tornato da Torino, dove era stato in visita dal sempreverde Roberto Siani. Chi è Roberto Sianiiiiiiiiiiiiii???????!! Non lo conoscete??? Secondo il mio nuovo amico è…udite udite….Gesù in persona. Si, Roberto ha fatto miracoli. No, la chiesa non ne riconosce l’esistenza altrimenti il suo potere sarebbe compromesso. Ok amigo! Alla prima scusa decente ci dileguiamo, leggermente preoccupati dalla piega assurda che sta prendendo la conversazione.
Andiamo a fare spesa per cena in un mercato rionale dove i prezzi sono più che popolari: prendiamo quattro o cinque pesche, banane, zucchine, prezzemolo, insalata, patate, e tre o quattro altre robe, il tutto per la modica cifra di 6 euro. Incredibile. Dopo cena un bicchiere di Calvados fa da sfondo alla conversazione, finché i km percorsi in giornata non iniziano a farsi sentire e ce ne andiamo a dormire. Non male come primo giorno.
L’indomani gitina fuori porta alle calanques, piccole spiaggette circondate da montagne che cadono a ridosso sul mare nella zona est di marsiglia, quella verso la cote d’azur. Paesaggio che mozza il fiato, davvero un gran posto, e acqua cristallina, tanto che decido che è tempo di fare il primo bagno dell’anno (eh no, niente bagno per me nel litorale marchigiano!): l’acqua è semplicemente gelida, ma nuotando senza sosta riesco a non prendere la polmonite. Davvero incredibile che un paesaggio del genere sia a 10 minuti di macchina dal centro di Marsiglia.
Di ritorno ci fermiamo al parco della Pointe Rouge, dove mi diverto per mezzora a guardare giovani scavezzacollo con skateboard e bmx nel grande e colorato skatepark.
Si cena a casa con un’ottima carbonara, e si esce in cerca di un bel concerto, che però non si trova. Birretta in compagnia di qualche buontempone sciovinista, tra i quali segnalo ad futura memoriam la simpatica Amandine, fan come me di Stieg Larsson, con cui mi accapiglio per mezzora a suon di ricette e piatti tipici al fine di dimostrare quale sia il paese con la cucina migliore. Finiamo nelle rispettive posizioni iniziali.
L’ultima giornata francese la passo a Aix-en-Provence, città a mezzora di autobus da Marsiglia, dove ha sede l’università della mia amica, e conosciuta come uno dei poli di maggior interesse per gli studenti della zona. Posto molto figo, città davvero incantevole e più vicina allo stereotipo che un italiano ha in testa riguardo alla tipica città di Provenza. Passo una mezzora in internet nella biblioteca comunale, e impazzisco letteralmente nel chattare con Chiara usando la tastiera francese: diavolo, ogni volta che clicco ciecamente sulla a compare una q, ogni volta che pigio la m ecco comparire una simpatica virgola. Diavolo che nervoso.
Si prosegue poi il giro turistico in puro stile giapponese con il sottoscritto che fotografa qualsiasi cagata si para sul proprio cammino. In molti angoli degli edifici sono incastonate statue di madonne e santi vari, da quello che ho capito memorie dei tempi di peste e malattie varie; non di rado le immagini sacre sono affiancate da moderne insegne pubblicitarie che affermano che si, ok, la fede est bonne mais voilà, nous sommes illuministes, pragmatiques, sciovinistes e via discorrendo.
Infine ritorno a Marseille, non prima di aver visitato gli appartamenti o i luoghi di lavoro di tutti gli amici di Silvia. In uno in particolare sperimento come la lingua sia il più grande strumento di discriminazione esistente: mi ritrovo in compagnia di due simpaticoni che non accolgono il mio appello a parlare un po’ più lentamente e a non mozzare le parole in uno slang a me incomprensibile; risultato: sto seduto per un un’ora su un divano capendo quasi un’emerita cippa di quello che i tipi dicono, totalmente isolato dal mondo che mi circonda. Non esaltante come cosa.
Anyway, dopo essermi sbaciucchiato con 15 persone differenti è ora di tornare a Marseille, dove, dopo aver mangiato in fretta e furia, salgo sull’autobus che con una vera e propria maratona mi porterà fino a Valencia. E’ più o meno mezzanotte.
Arrivo decisamente provato alle 10 della manana successiva a Valencia. Enzo mi accoglie e mi scorta fino a quella che sarà la mia nuova casa per i prossimi mesi. Fa caldissimo, sembra estate, le macchine sfrecciano a tutta velocità e in fondo alla via in cui viviamo si scorge la ciudad de la scienza di quel mattacchione di Calatrava. Una volta sistemate le valigie mi apparto un momento in bagno per un meritato pit stop, e la stanchezza mi costringe a sperimentare subito il rivoluzionario sistema “cagaedormi” brevettato esclusivamente nei cessi valenciani.
Saludos desde Valencia, il blog del VVBW riprende vita dalla trasferta spagnola…







8 commenti:
Rimango sempre piacevolmente sorpresa dalle tue doti di "scrittore".
Un bacio a presto
Esaustivo come al solito, grande clà!
Mi sembra che Stieg Larsson ti abbia un po influenzato nel modo di scrivere, non che io abbia mai letto nulla di stiegy, però ho visto il film "Uomini che odiano le donne".
Ad Aix en Provence ci sonostato per uno scambio culturale alle medie, si vantavano tanto di quel pittore impressionista-drogato che si chiama...aspè che non me ricordo.....Cézanne, lo fanno ancora?
Cos'altro dire... buon lavoro-divertimento....hola
Elvio
che dire?....è come se avessi fatto il viaggio con te! e in più non mi sono stancato per camminare e non ho speso una lira! (ecco a cosa servono i libri!!! :D )
la cosa che m'è piaciuta di più: il cagaedormi!!....e immagino che l'abbia battezzato enzo!? vero?
divertitevi e spassatevela!...ah e magari ogni tanto lavorate/progettate!
Ps. x i prossimi post (che superano un'intera girata di scroll) gradirei un breve riassunto o ancora meglio un bello schema (magari colorato)!! ;D
Grazie del supporto ragazzi...purtroppo non mi ha pigliato il font giusto, le lettere sono per ipovedenti e non il verdana "small" che avevo chiesto. Dal prossimo post sarò più breve e esaustivo, tranquilli.
PS Il cagaedormi l'ho coniato io, enzo stava facendo la siesta mentre scrivevo :D
Bhe dai, alla fine uno di noi due è riuscito ad andare a Marsiglia.. noto che Silvia non ha perso il vizio delle public relations, dei locali super cheap e della scelta di pazzi come amici!!!!!!!!!!!!!!
Anyway, mi fa piacere sapere che sei arrivato en tu piso sano e salvo.. GODILO PIU CHE PUOI STO PERIODO CHE NON TONERà MAI.. fidati di una che cè passata e che se potesse ci ripasserebbe altre mille volte!!!!
Tienici aggiornati PANTERONE.
PS= mi è piaciuto soprattutto il pezzo in cui descrivi di esserti congedato dopo aver "sbaciucchiato una quindicina di sconosciuti"!! Esigo spiegazioni!!! Che stai a combinà Screanzato?
Hola Erminio,
bellissima e avvolgente descrizione, era proprio quell'evasione che cercavo in questi giorni frenetici di scadenze e di nottate.
Noto con piacere di condividere la tua passione x Stieg Larsson (x Pacca: al cinema è uscito anche il secondo capitolo e a Marzo toccherà al terzo).
Che dire, teneteci aggiornati...
Hasta luego!
Non ho scuse per aver letto il post solo ora, ma sono sicuro che mi perdonerete. A Frank dico che mi sono fatto tutta una tiarta e ho letto i primi 2 post tutti d'un fiato. A me piace così il buon Claudio, descrittivo al punto giusto e divertente.Le prime battute dell' avventura promettono davvero bene quindi dateci sotto.
bella matù! che piacere essere al corrente delle vostre scorribande anche da quà.. sembra davvero di stare un po' in giro con voi. amaramente ti devo confessare che il cagaedormi non è una novità assoluta: in primo geometri ho brevettato (e durante i 5 anni sperimentato ogni mattina) il pisciaedormi. te giuro tutte le mattine pisciavo in piedi buttato in avanti puntandome al muro con la testa. il tutto ad occhi chiusissimi. a questo punto sò anche contento de non esse l'unico coglione al mondo che glie passa in mente ste robe! vi saluto cari. e forza il VVBW!
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